mostra: "Explorando l'Etiopia"
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mostra: "Explorando l'Etiopia"
Oggi alle ore 16,30 inaugurazione della mostra fotografica ed etnografica dal titolo: "Explorando l'Etiopia".
La mostra è curata dalla Società Naturalistica e Speleologica Maremmana e dalla nostra Valentina Radi, antropologa, patrocinata dal Comune di Roccastrada e dalla Pro Loco. La mostra è allestita al centro civico e rimarrà aperta fino al 14 agosto. L'orario di apertura è diversificato:
il giorno 7: ore 16,30-23
dall'8 al 10: ore 10-12; 16-20
dall'11 al 14: ore 11-14;16-23
Ingresso libero
La mostra è curata dalla Società Naturalistica e Speleologica Maremmana e dalla nostra Valentina Radi, antropologa, patrocinata dal Comune di Roccastrada e dalla Pro Loco. La mostra è allestita al centro civico e rimarrà aperta fino al 14 agosto. L'orario di apertura è diversificato:
il giorno 7: ore 16,30-23
dall'8 al 10: ore 10-12; 16-20
dall'11 al 14: ore 11-14;16-23
Ingresso libero
Riccardo- Collaboratore attivo senior
- Numero di messaggi : 1210
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Data d'iscrizione : 15.04.08
Re: mostra: "Explorando l'Etiopia"
Interessante. Si potrebbe avere una foto o due nella nostra galleria?
Re: mostra: "Explorando l'Etiopia"
Certamente Admin , ci sono le foto nella Galleria ,Varie .
Loreno- Moderatore
-
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Data d'iscrizione : 05.06.08
Re: mostra: "Explorando l'Etiopia"
Aiuto per Etiopia
Durante le feste del medioevo alla Rocca c’era quella mostra interessante sull’Etiopia.
C’erano anche discussioni di un progetto come si potrebbe, si vorrebbe aiutare una tribù di quel paese. Ho avuto una discussione con l’iniziatore. Il TIME Magazin del 18 agosto parla proprio del problema di aiuto per Etiopia e altri paesi dell’Africa:
http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1829841,00.html
http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1830201,00.html
Conviene leggerlo.
Come risultato di vari viaggi anch’io avevo scritto un saggio (magari poco saggio) per quanto riguarda l’aiuto per i paesi poveri, in tedesco però.
Mio progetto dell’energia eolica (con aquiloni) dovrebbe anche servire in codesti paesi, però non per quella tribù.
Ciao
Manfred
Durante le feste del medioevo alla Rocca c’era quella mostra interessante sull’Etiopia.
C’erano anche discussioni di un progetto come si potrebbe, si vorrebbe aiutare una tribù di quel paese. Ho avuto una discussione con l’iniziatore. Il TIME Magazin del 18 agosto parla proprio del problema di aiuto per Etiopia e altri paesi dell’Africa:
http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1829841,00.html
http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1830201,00.html
Conviene leggerlo.
Come risultato di vari viaggi anch’io avevo scritto un saggio (magari poco saggio) per quanto riguarda l’aiuto per i paesi poveri, in tedesco però.
Mio progetto dell’energia eolica (con aquiloni) dovrebbe anche servire in codesti paesi, però non per quella tribù.
Ciao
Manfred
Re: mostra: "Explorando l'Etiopia"
Manfred non è che ci potresti fare un riassunto in italiano? con il mio inglese arrugginito, anche se credo di aver colto il senso generale dell' articolo, faccio veramente fatica a tradurre il tutto.
Aquila- Collaboratore attivo senior
-
Numero di messaggi : 254
Età : 59
Località : Roccatederighi
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Data d'iscrizione : 06.08.08
Re: mostra: "Explorando l'Etiopia"
Aquila, ho provato a tradurre il primo articolo, questo: http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1829841,00.html
Perché l'Africa è ancora affamata?
Paleontologi a caccia di fossili di uomini primitivi nella Rift Valley del sud Etiopia la zona chiamata la culla del genere umano. Questo anno è rigoglioso, in particolare per le campagne dove gli agricoltori locali coltivano orzo, patate e teff, un tipo di cereale utilizzato per fare un pane spugnoso, injera. E' un caldo luglio e la pioggia cade su un mosaico di piccole aziende una mezza giornata a piedi dalla strada più vicina, le donne raccolgono patate, gli uomini arano dietro buoi robusti e polli grassi, capre e vacche vagano al di fuori di capanne di fango. Agli occhi di tutti è un'apparente abbondanza, ma questo settore è così povero di cibo che molti stanno morendo di fame.
Tutte le mattine, le colline sopra il paese di Kersa hanno diffuso l'eco dei lamenti delle donne che venivano dai campi. Raccolgono da uno spiazzo in mezzo all'erba una barella fatta di bambù appena tagliato, legata e coperta da foglie di banano. Su di esso è un piccolo fagotto avvolto in una coperta rossa e blu. Un imam invita la folla a stare unita, li invita a togliere le scarpe e li organizza in due linee, le donne dietro gli uomini, la fronte verso est. "Allahu Akbar", dice due volte. Quattro uomini poi sollevano con un braccio la bara con facilità, dato il suo peso, fanno a piedi un breve tratto fino ad una buca scavata di fresco, nella quale calano il fagotto e lo seppelliscono. Altre tre piccole tombe fresche vicine indicano Ayano Gemeda, 6, non è stato il primo figlio morto per fame nel Kersa quest'anno. Le pance gonfie e gli arti da uccellino di bambini che guardano con il desiderio di non voler essere i prossimi.
In sei settimane da metà luglio Medici senza frontiere(MSF) ha trattato 11800 bambini etiopi per gravi stati di malnutrizione. In un ospedale da campo nella città di Kuyera, sono morti 50 su 1000 il doppio della quota che MSF si aspetta per la carestia di pennuti (aviaria? boh). E' veramente bizzarro dice Jean de Cambry un belga di Medici Senza Frontiere veterano di crisi dal Sudan all'Afghanistan. E' così verde, ma tu hai tutte queste persone che muoiono di fame. Il verde intorno a Kuyera è ingannevole. E' il prodotto delle piogge di giugno, troppo tardi per il primo dei due raccolti annuali. Da gennaio a maggio i campi erano riarsi e bruni. E un raccolto fallito è sufficiente a gettare l'Etiopia, una nazione di 66 milioni di contadini, in una catastrofe umanitaria.
La fame ha investito quest'anno l'Est Africa a causa di scarse piogge e aumento dei prezzi alimentari. Le nazioni unite stimano che 14 milioni di persone hanno urgente bisogno di aiuti alimentari, incluso 2,6 milioni in Somalia e 1 milione in Kenya. In Etiopia 4,6 milioni di persone sono a rischio e 75.000 bambini patiscono un grave stato malnutrizionale. Quasi 25 anni fa una vera carestia ha portato al Live Aid, un fondo internazionale di solidarietà promosso da rock stars, che produsse uno slancio di globale generosità. Milioni di tonnellate di cibo si riversarono nel paese. Eppure, paradossalmente, quella grande generosità può aver contribuito alla crisi di oggi.
Col tempo il sostegno dell'aiuto alimentare crea dipendenza da elemosina e svia l'attenzione dalle pratiche di miglioramento agricolturali per accrescere il fabbisogno di cibo locale. L'Etiopia esemplifica le conseguenze di dare ad un uomo affamato un pesce, invece di insegnarli a pescarlo da solo. Quest'anno gli Usa daranno più di 800 milioni di dollari all'Etiopia: 460 milioni di dollari per cibo, 350 milioni di dollari in trattamenti per HIV/AIDS e solo 7 milioni di dollari per lo sviluppo agricolturale. I governi occidentali sono restii a fermare programmi che creano un mercato per le loro eccedenze agricole, ma per i paesi che ricevono la loro carità l'aiuto alimentare a lungo termine può diventare dipendenza. Perché preoccuparsi dello sviluppo quando le carenze sono soddisfatte con l'aiuto? I contadini etiopi non possono competere con il cibo gratis, così interrompono i tentativi. Col tempo c'è una perdita chiave di capacità e un paese che non deve nutrire se stesso presto diventa un paese che non può nutrire se stesso. Troppo spesso i suoi governanti attingono risorse altrove - l'Etiopia ha uno dei più grandi eserciti dell'Africa.
Perché diamo aiuto in modo così sbagliato? “Gli americani, dice l'ambasciatore americano in Etiopia Donald Yamamoto, non se ne staranno fermi mentre vedono bambini che muoiono.” Neppure dovrebbero: un uomo affamato necessita per prima cosa di essere salvato, prima che gli venga insegnato a pescare o a coltivare. Ma come il mondo raccoglie ancora aiuti per l'Etiopia i donatori sono posti di fronte ad un dilemma: ”non stiamo cogliendo il problema reale”, dice Yamamoto.
L'Etiopia pensava di aver trovato una risposta. Nel 2005 un programma in 5 anni da 1,4 miliardi di dollari, riscontrò 7,3 milioni di etiopi incapaci di vivere senza cibo gratis e dette loro lavori in progetti rurali come strade e impianti di irrigazione. L'idea era di creare mezzi di sussistenza e salvare vite umane. Stava funzionando lentamente. In questo anno, dice un economista occidentale esperto di aiuti ”poche migliaia” avevano lasciato il programma e stavano procedendo da soli. Poi è arrivato il doppio colpo della siccità e dell'impennata dei prezzi alimentari. di 7,3 milioni, 5-4 milioni hanno avuto immediato bisogno di aiuti alimentari extra. Morale: anche gli sforzi migliori per eliminare la fame sono costosi, lenti e di successo incerto. Deprimente come può essere, questa potrebbe non essere l'ultima volta che l'Etiopia ha bisogno di aiuto.
Riccardo- Collaboratore attivo senior
- Numero di messaggi : 1210
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Data d'iscrizione : 15.04.08
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