Grazie Loreno di questa foto bellissima perché rende bene l'architettura dell'oggetto e nello stesso tempo triste perché è l'ultima immagine visibile del ponte prima che i lavori, che si possono vedere in avanzamento in questa immagine, non lo ricoprano completamente. Infatti il ponte non è stato distrutto, ma totalmente interrato vive ancora li sotto quel mucchio di terra.

Questa foto coglie bene i suoi tratti architettonici: l'attraversamento del Rigovilla con il collegamento delle sue alte sponde è ottenuto con tre campate a botte, quella centrale di superamento del torrente e le due laterali di collegamento alle spalle sui rispettivi fianchi della valle. Le basi delle spalle seguono il profilo di scarpata e quindi sono impostate a quota più alta rispetto a quella dei piloni centrali. Il bugnato sulla testa dei piloni e sul profilo delle arcate a mio avviso lo inquadra nel filone neorinascimentale, quello stile di metà ottocento che si rifà all'architettura del Rinascimento. Un pezzo quindi anche di valore come manufatto architettonico oltre che ingegneristico proprio perché non fu realizzato come mera costruzione d'uso privo di contenuti artistici, ma con un linguaggio stilistico ben legato alle espressività stilistiche dell'epoca e con una funzione simbolica per me evidente. Ma di questo se ne può parlare in seguito.

Quando si cancella il passato molto spesso non si può parlare di progresso. Per me il progresso è proprio come un ponte: si supera un ostacolo gettando un passaggio tra due sponde; si va avanti nello sviluppare nuove forme, nuove idee, nuove soluzioni, ma si deve rimanere legati e riferiti al passato, in questo caso parlerei di evoluzione. Cioè si migliora qualcosa in continuità con lo sviluppo storico dell'oggetto. Quando si taglia con il passato non si fa evoluzione, ma si fa un salto perchè la sponda dalla quale siamo partiti non c'è più, le esperienze e le conoscenze precedenti si perdono e comincia daccapo un processo che non è più figlio di nessuno. Il discorso sarebbe molto lungo parlando in generale, ma se torniamo allo specifico del nostro bel ponte, ritengo che sia stata scelta la soluzione più drastica e dannosa per risolvere un problema che poteva essere risolto in molti altri modi. Il danno per la perdita di un manufatto così bello e significativo per il suo valore storico architettonico e simbolico purtroppo rimane. Io non credo che il passato lo si debba conservare per nostalgia o per romanticismo, il passato lo dobbiamo conoscere, rispettare e conservare per imparare a progettare il nostro futuro.