Verso i Pianali
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Verso i Pianali
Commossa per l'incontro con l'Oreopithecus e la sua nostalgia per l'Acquanera, mi è venuto in mente un brano da un racconto della mia amica Marina, più volte invitata a entrare nel forum..che so che segue peraltro:
"Salendo verso i Pianali..."
Alla mia sinistra un varco tra i rovi: ecco l'altopiano di rocce piatte, la pista da ballo delle fate nelle notti di luna piena. L'orizzonte si mostra infinito nella sua straordinaria rotondità e si lascia ammirare: dall'Argentario al Giglio, dalle colline di Vetulonia all'Elba. Giù di sotto, il verde e il giallo dei campi, il rosso delle vigne e il bruno della terra inneggiano alla Rocca, la Signora medievale solennemente adagiata, ma all'erta, sul trono di roccia. La torre dell'orologio e il campanile romanico ne sono i sigilli e le sue armi. Mi siedo e socchiudo gli occhi. Lascio che il vento mi entri nei capelli e diventi parte di me, così come dell'erba che si inchina al suo soffio e trema come le onde del mare in lontananza. Stesa sui massi, potrei morire ora, subito, e non avrei paura. Avverto, come mai, l'appartenenza a queste pietre e all'utero materno di questa terra. Potrei ritornare nelle sue viscere, confondendomi con essa.
No, non avrei timore.
Marina Tognoni
"Salendo verso i Pianali..."
Alla mia sinistra un varco tra i rovi: ecco l'altopiano di rocce piatte, la pista da ballo delle fate nelle notti di luna piena. L'orizzonte si mostra infinito nella sua straordinaria rotondità e si lascia ammirare: dall'Argentario al Giglio, dalle colline di Vetulonia all'Elba. Giù di sotto, il verde e il giallo dei campi, il rosso delle vigne e il bruno della terra inneggiano alla Rocca, la Signora medievale solennemente adagiata, ma all'erta, sul trono di roccia. La torre dell'orologio e il campanile romanico ne sono i sigilli e le sue armi. Mi siedo e socchiudo gli occhi. Lascio che il vento mi entri nei capelli e diventi parte di me, così come dell'erba che si inchina al suo soffio e trema come le onde del mare in lontananza. Stesa sui massi, potrei morire ora, subito, e non avrei paura. Avverto, come mai, l'appartenenza a queste pietre e all'utero materno di questa terra. Potrei ritornare nelle sue viscere, confondendomi con essa.
No, non avrei timore.
Marina Tognoni
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