Intervista al pittore Pietro Paoletti

Dove sei nato Pietro?

Sono nato a Ponte a Greve, frazione di Scandicci, in provincia di Firenze nel 1945…purtroppo.

Invecchiare è un lusso, no?

Già…

Quando è nata in te la passione per la pittura?

E’ nata con me, ce l’ho da sempre. Nel tempo questa passione si è trasformata in una mania, nella ricerca costante di nuove tecniche, nel mio motivo di vita.

Pensa che la mia maestra spesso si arrabbiava con me, perché mentre lei spiegava la lezione, io fantasticavo disegnando chissà cosa. Quando venne inaugurata nel mio paese la nuova scuola elementare “Giulio Bechi” alla presenza dell’allora sindaco Giorgio La Pira, lui vide i miei disegni e li chiese in dono all’insegnante. Li portò con sé in Palazzo Vecchio e li fece esporre lungo uno dei corridoi, dove rimasero per anni. Questa fu la mia prima Personale!

Quali sono stati i tuoi maestri?

Quello che io chiamo il “piccolo grande uomo”, il mio omonimo Paoletti, Umberto Paoletti, cui devo tutto e anche Fausto De Lima per ciò che riguarda il nudo, la figura umana. Aveva uno studio in piazza Donatello: quante notti trascorse insieme a lui cercando di imparare dalla sua arte…

A che ti sei ispirato negli anni?

Soprattutto alla pittura macchiaiola, reinterpretandola.

Che significa la Toscana per te?

Io sono toscanao e questa terra vive dentro di me. E’ una delle regioni più pittoriche che possano esistere: è inesauribile dal punto di vista paesaggistico. Ma dipingere le sue luci non è facile…fissare sulla tela un cipresso per esempio... Un cipresso ha anima, spirito, trasparenza…è nero, ma non è nero… è pieno di luce, ma anche di ombre.

Parlami delle tue donne velate.

La donna è il centro del mondo, è l’universo stesso, è acqua che scorre, è sacralità, è anche attrazione sessuale, ma deve nascondere qualcosa, non essere volgare, divenire quasi inaccostabile attraverso la velatura dietro la quale si cela.

L’anno passato, hai trascorso un periodo di vacanza a Roccatederighi. Che sentimenti ti ha suscitato questo borgo?

Essendo nato in campagna e rimasto legato alla natura, per me che vivo in città la Rocca ha rappresentato da subito il paese dell’infanzia, regalandomi infiniti spunti in senso pittorico. Non si può restare insensibili alla bellezza della sua conformazione architettonica, del suo paesaggio e della sua atmosfera. Non ultimo all’affabilità della sua gente.

Grazie, Pietro. A presto alla Rocca.



Ciao a tutti. Ginestra

Bella intervista, Ginestra, ora ne sappiamo un pò di più di questo nostro amico che ama tanto la Rocca, sarà un piacere scoprire più da vicino la sua opera grazie anche a questa premessa introduttiva.

Perbacco, questo pittore mi piace, peccato che non posso avere qualche suo quadro, ma le mie finanze non me lo permettono.
Ginestra non potresti mettere un paio di foto dei suoi quadri nella galleria? Almeno li copio sul mio computer come sfondo.
Indovina un pò quale mi piace di più?

Boh?? Non saprei...visto che un lo so chittussei. Comunque so che a Milano è stato creato un sito su di lui che sarà in internet a giorni. Se mi dici quali quadri ti piacciono, quando rientrerà a Firenze mi faccio dare le foto e te le scannerizzo. Ciao!
Ginestra

Grazie. Dimmi il link per il suo sito.
Per la cronaca sò rocchigiano! E da generazioni.

Ciao Diabol, guardando su google a Pietro Paoletti, ho visto che finalmente è stata messa la collezione dei suoi dipinti, molti dei quali non sono esposti alla Rocca. E' stato fatto un errore da chi ha creato il sito: la Rocca è riportata col nome sbagliato di Rocca Federighi...grrrrr. Spero che venga corretto al più presto. Purtroppo Pietro in questa ultima settimana non è stato presente alla sua mostra per gravi problemi di famiglia. Tornerà domani per un paio di giorni.
Ginestra

http://www.pietropaoletti.com/

Ecco il link diretto al sito.