14 AGOSTO 1986 - TRAMONTO

Abbiamo detto che nel 1986 la Pro Loco promosse varie iniziative rivolte alla valorizzazione delle contrade. Tra queste arrivò la gara degli addobbi. Posso testimoniare che fu la scintilla che provocò grande entusiasmo in ogni contrada. Come ho già sottolineato questa crescita di entusiasmo ha origine a mio parere dai fatti del 1983 e dalla reazione che ci fu nelle contrade per contare di più ed essere autonome. Una esigenza che partiva dal desiderio di avere più autonomia nel gestire al meglio le proprie possibilità di vittoria nel Palio, ma che poi si rifletteva anche nella vita di contrada. L'aver assecondato questi fermenti mediante una semplice iniziativa di gara di addobbo tra contrade ebbe una conseguenza in ambito sociale con una crescita dei rapporti interpersonali in un discorso più generale di identità e di appartenenza. Così si vedevano persone di generazioni molto differenti lavorare per la stessa cosa, effimera certo, ma molto importante nel suo retrostante significato come opportunità di coesione sociale. Ognuno, giovane o anziano che fosse, metteva a disposizione spontaneamente quello che aveva, la scala, gli arnesi, delle tavole, l'attacco della luce, la cantina, insomma alla Rocca in quel periodo si stava bene e si era riscoperto il piacere di stare insieme di condividere oltre che le cose anche aspettative e desideri e di vivere il quartiere con le sue piazze, i suoi vicoli, i suoi angoli da riscoprire e valorizzare. Un nuovo rapporto anche che si veniva a creare tra gli abitanti ed il proprio spazio urbano. Ricordo proprio che ci fu un attaccamento più profondo al paese dove le persone sentivano gli spazi pubblici come il proprio salotto di casa da rendere più bello e accogliente. La dimostrazione di questo nuovo sentire furono varie iniziative per realizzare arredi stabili, piccole soluzioni ma significative nel rilevare un nuovo bisogno degli abitanti di essere protagonisti nel ripensare il proprio spazio urbano e decidere come migliorarlo per quanto fosse possibile. Varie contrade negli anni successivi acquistarono panchine, rinnovarono i numeri civici con gli stemmi di contrada, acquistarono vasi di fiori o addirittura, come la Ventosa, che realizzò nel 2000 un parco giochi per bambini ancora punto di riferimento per tutti. Un momento significativo questo sul quale riflettere.

La Torre vinse la prima edizione della gara degli addobbi... belle forze - dissero in tanti - parte più avvantaggiata perché il centro storico è la parte più caratteristica e bella del paese, qualsiasi fronzolo fa figura. Il primo addobbo in effetti fu proprio fatto con i fronzoli. Il tema era dinamicità del colore, concetto che condizionò il dipinto del Palio, il famoso arlecchino. L'ideatore infatti fu la stessa persona, Riccardo Pagni (conosciuto da tutti come “Il Pittore”) artista nella vita e anche contradaiolo della Torre al quale La Pro Loco commissionò di dipingere il Palio di quell'anno mentre la contrada gli affidò il compito di ideare e sovrintendere all'addobbo. Il rione doveva essere inondato di colore mediante nastri bianchi e rossi svolazzanti al vento. Così tutti gli archi di via delle due porte, via di mezzo, scalelle, vicolo scuro e altri erano idealmente chiusi da queste cascate a nastri attraverso i quali si facevano largo e sbucavano i passanti ... un gioco divertente. Alla chiesa poi c'erano dei nastri attestati tra la cella campanaria e le case vicine a formare nello spazio antistante una grande volta di nastri gonfiata dal vento. Intorno a mezzanotte io e Gigi Antonelli al buio in cima al campanile a fissare nastri che poi tiravamo di sotto a Riccardo che li rincorreva per prenderli e fissarli mentre il vento li soffiava via, finché in uno slancio più ardito picchiò una gropponata sui massi. E fu allora che Gigi ebbe una crisi esistenziale: “a mezzanotte con 'na ventiggine come stasera ci siamo altro noi due stupiti appolaiati sul campanile al buio a giocare con le stelle filanti con quello laggiù che sembra a caccia di farfalle...peggio che da ragazzetti, te sei giovane, ma io c'ho famiglia e quell'altro pure ... ma che ci fo quassù?”. L'idea era molto carina e l'effetto pure, ma avevamo dovuto fare i conti con la poca disponibilità di cassa e quindi si dovette ricorrere ad un compromesso economico, cioè utilizzare i nastri bianchi e rossi delle segnalazioni per cantieri stradali. Il bello fu che qualcuno, il quale bisognerebbe lo raccontasse meglio, non si fece scappare l'occasione goliardica e così una mattina quando mi alzai affacciandomi dalla finestra vidi che nottetempo ignote mani avevano alla chetichella sospeso su Via delle due porte (appena all'interno della porta), legandolo da parete a parete un cartello dei lavori in corso, si quello triangolare grande con l'omino che spala. In quegli anni la notte dello scherzo alla Torre fu prammatica puntuale.

Ecco vedi, a me sembrava che quella dei bidoni e quella del cartello fossero due annate diverse, comunque il raggruppamento dei bidoni ci fu mi sembra, o andasti a rimetterli a posto? Quella dei vasi fu simpatica pure, ricordo che la mattina c'era la processione di queste donnine che andavano a ricercare i loro vasi di fiori giù per le scalelle. C'era chi l'aveva presa male, ma la maggior parte rideva che non ti dico. Io credo che quella dei fiori sia stata l'annata di quando la Torre fece l'addobbo con i fiori che avevamo messo in portavasi fatti ad anello di ferro fissati a muro all'ingresso delle abitazioni. Se così fosse sarebbe il 1990. Altro scherzo fu quello del fazzoletto bianco rosso a Ferrer (forse c'era anche un cappio). Non so ancora l'autore, ma non fu spiritoso lo scherzo ci fu chi in paese la prese male come fosse stato un oltraggio alla memoria del personaggio e delle ideee anarchiche e denunciò il fatto ai carabinieri, non ricordo se con una formale denuncia o con una semplice segnalazione, comunque ricordo i carabinieri che fecero il sopralluogo e fecero delle domande per ricercare i responsabili.