14 SETTEMBRE 1949 - VENTOSA

Nel dicembre 1948 fu istituito a Roccatederighi una sorta di Comitato festeggiamenti di cui facevano parte Lucio Parigi, Cesare Filippini, Giorgio di Assuero Salvestroni, Aldo Borri, Vando Molinelli, Enzo del Farmacista, al secolo Lorenzo Ghelardi, il dottor Livio Salghini; tra i compiti di questo gruppo di volontari c'era in primo luogo quello di promuovere i festeggiamenti popolari di settembre (fiera del bestiame, esposizione equina, Ercolino Rocchigiano, corteo e Palio dei somari).
A questo piccolo nucleo si aggiunsero, nei mesi successivi, il maresciallo della stazione Carabinieri Elio Daini, Fosco Santini, Umberto Frangini, Rino Tonini, Giocondo Giacomelli, i commercianti Azio Ferrari e Marzio Ferrari, l’impresario Odo Sillari, l’ex podestà Italo Maggi con l’amico e maestro Ubaldo Ugoletti. E ancora Vanso Bertini, Rinaldo Ferrari, Cafiero Michelotti, Dino Baldi, Benso Bellettini, il tassista Ivo Bellettini, Angiolo Del Naia (allora presidente della Filarmonica Verdi), Renato Agnoloni e Bruno Sugherini.
Il primo statuto ufficiale del Palio fu approvato il 5 marzo del 1949 (con l’imprimatur dell’amministrazione comunale di Roccastrada, rappresentata nell’apposita riunione dal vicesindaco Aristodemo Cecchini). Altra figura centrale nell’organizzazione del Palio fu, in quegli anni, Don Astutillo Pellegrini, presidente anche del costituendo Comune di Roccatederighi...
Ma cosa scrivono i nostri nonni e bisnonni in questo primo regolamento? Come prima cosa – siamo nel 1949 (non va dimenticato) – tutti si impegnano “a non dare a detta manifestazione alcun carattere politico, bensì un fine ricreativo e morale”. In secondo luogo “si farà in modo che lo spirito di campanilismo fra i vari rioni non degeneri in atti inconsulti, ma si mantenga sempre in una forma leale e corretta per il prestigio e il buon nome del paese”
Alla fine però queste novità non modificarono i rapporti di forza. Vinse ancora la Ventosa, per il terzo anno consecutivo. Merito della somara Polka e del fantino Asio Andreini. Il percorso del 1949 fu di nuovo quello di di via Trento, con partenza da Casa Chelini e traguardo davanti all’albergo Il Sole, l’attuale trattoria Da Nada. Lo statuto aveva stabilito nei mesi precedenti l’alternanza anni pari - anni dispari. Nel 1950 si sarebbe traslocato in casa dei Nobili. All’epoca, per la cronaca, si disputava una sola carriera, tutta di un fiato. Il mossiere era affiancato da un assistente addetto agli spari. Al vincitore, oltre al Cencio, andava un premio in denaro.
I verbali raccontano che il corteo storico partì dall’asilo, nelle prime ore del pomeriggio. Dopo un giro del paese le comparse si accomodarono sul muraglione davanti all’albergo. La sfilata, in quegli anni, si apriva con i valletti recanti una corona di alloro, quindi il capitano del popolo con la Bandiera del castello e uno scudiero al suo fianco. A seguire i rioni con il vincitore dell’anno precedente in prima posizione. Ogni rione era rappresentato da 6 comparse: alfiere, paggio, tamburino, capitano sull’asino, fantino e barbaresco. A chiudere la sfilata c’era il carroccio con 5 trombettieri, 5 paggetti in rosso-verde con altrettanti drappelli, l’araldo e due conducenti appiedati in verde-marrone. I simboli dei rioni erano fissati alle sponde. Sopra il carro trovava posto anche l’altare con la martinella e il drappellone da assegnare al vincitore.
Un significativo aneddoto è legato a questa vittoria della Ventosa: la sera del 14 settembre, subito dopo la corsa, per festeggiare il successo, le comparse della Ventosa (tra i quali il giovane bandierino Enzo Pisani detto Il Rosso) andarono con le moto al Festival de l'Unità di Ribolla; qui nella baldoria furono sporcati di fango e vino (?!) i vestiti introdotti da un paio d’anni, cuciti dalle sarte del paese. Quando, dopo due giorni, le monture, mal ridotte, furono riconsegnate al capocontrada Enzo Ghelardi, quest'ultimo si rifiutò di riprenderle e rassegnò le dimissioni. Con questo episodio si concluse l'egemonia degli Zozzi.

Come è affascinante andare a riscoprire la nostra storia! Grazie Dino per il prezioso lavoro.

1982, 1985, 1992.....

penso fosse il figlio del farmacista Ghelardi che morì in giovane età. erano i proprietari del palazzo dove vive Tina Lucchesi che era la loro colf e che è rimasta loro molto legata. la mamma era la "famosa" signora Amelia.

Rocco ha scritto:1982, 1985, 1992.....

Hai ragione bisogna parlare anche del mitico 1982 del 1985 e del 1992 anni molto importanti
Lo faccio subito:

Nel 1982 chi può dimenticare la straordinaria estate con la vittoria ai mondiali di Spagna
Il 1985 poi sarà ricordato per la vittoria dello scudetto del Verona e purtroppo per la tragedia dell'Heysel
Il 1992 infine per la vittoria dell'Inter.

..non c'è limite alla umana decenza....

Rocco ha scritto:penso fosse il figlio del farmacista Ghelardi che morì in giovane età. erano i proprietari del palazzo dove vive Tina Lucchesi che era la loro colf e che è rimasta loro molto legata. la mamma era la "famosa" signora Amelia.

Hai ragione. Il Tramonto non ha, per il momento, molte cronache all'attivo. La ragione è semplice. Alcune non ce l'ho pronte e prima di scrivere e postare cavolate (che tu puntualmente metteresti in discussione esponendomi a pubblico ludibrio... ) preferisco fare altri passaggi con i protagonisti, con alcuni dei quali non è semplice riuscire a parlarci.
Di Enzo del Farmacista siamo riusciti a trovare (con Loreno) 2-3 fotografie molto belle. Era un pò il boss della contrada in quegli anni e aveva anche molto peso nel Comitato festeggiamenti. D'altra parte all'epoca i dottori (inteso come titolo) in paese erano solo lui e il Salghini...
Dopo posto il 1950... c'è un altro aneddoto carino!