PASSATO REMOTO

La storia del Palio di Roccatederighi si perde nella notte dei tempi, dove storia e leggenda si confondono e si completano. Le prime tracce circa i costumi e le usanze del castello risalgono all'epoca dell'alterna dominazione senese (XII° secolo), un periodo molto ricco di 'cronache', oggi conservate presso gli Archivi di Stato di Siena e di Firenze. In una di queste si legge che "...il 17 settembre 1295 Binda, figlia del fu Mino di Bindoccino, maritata a Bartolommeo di Niccolò del fu Ildebrandino Saracini, cittadino senese, vendè al Comune di Siena una parte della Rocca e la sua corte" (cit. Pilade Bargellini). Da qui si fa originare la Giostra dei Sestrieri con Palio fino al 1368, cui la Rocca Tederighi fu donata con libero dominio ai Salimbeni per i servizi prestati al governo di Siena.
Il Palio si disputava in origine al pomeriggio del 15 agosto, festa dell'Assunta, dato che la Chiesa più antica del paese (di cui si ha memoria fino al 1700) era intitolata a Santa Maria. Successivamente la festa del Palio passò al 14 settembre, giorno in cui la liturgia ricorda l'Esaltazione della Santa Croce.
Per varie vicende la tradizione fu poi interrotta, ripresa e ancora abbandonata così che è difficile stabilire una data esatta per quanto riguarda le cosiddette edizioni moderne del Palio Storico e il loro inizio.

LE CORSE CON I CAVALLI DA CASA D’ELENA AL PAESE PROLOGO AL PRIMO PALIO

Dalle testimonianze che abbiamo raccolto emerge una certa concordia sulla data del 14 settembre 1927. Su iniziativa dei giovani della Rocca e dei villeggianti quel giorno venne ripreso un costume caduto in disuso: il Palio storico. Va detto, per la cronaca e per amore di verità, che nella vicina Roccastrada si correva da tempo un Palio (con i ciuchi) di grande interesse e non è da escludere che fin dal XVIII-XIX° secolo si disputasse anche qui, in paese, una gara (forse a cavallo, dimostrativa) tra gli esponenti delle famiglie più in vista del paese.
Di certo sappiamo che corse di cavalli in cui si distinsero i paesani Corrado Andreini e Gino Cecchini (alias Gino di Rocca) furono disputate agli inizi del secolo (ma anche negli anni '20) durante le celebrazioni settembrine. “...la partenza della gara veniva data da Casa d'Elena, l'arrivo era fissato alle prime case del paese”. (cit. Renato Castagni). Fu una disgrazia a porre fine a questo tipo di kermesse. Nel settembre del 1923, infatti, assistendo a una competizione di cavalli, un bambino di nome Ermanno morì precipitando dalla balaustra di un cantiere (il palazzone dei Chelini), davanti agli occhi dei familiari. Le corse vennero subito sospese e tutto il paese passò dalla festa al lutto per quella giovane vita spezzata.

NASCE IL PALIO NEL PERIODO FASCISTA

Nel 1927 furono create le contrade; in origine non erano cinque (come oggi) bensì otto: oltre a quelle ancora vigenti (Corso, Nobili, Torre, Tramonto e Ventosa) c'erano anche Belvedere (o Verde), Via di Mezzo e Tufolino (quest'ultime annesse nel dopoguerra dalla Torre). Proprio il Tufolino si aggiudicò la prima edizione del Palio (il cencio è irreperibile) “.. il Palio, già a partire dal 1927, riscosse un grande successo; i primi anni, a dire il vero, di 'storico' c'era ben poco: i somari venivano addobbati e a volte perfino colorati, i costumi della sfilata erano 'balle' dipinte, le contrade non avevano i colori sociali nè i simboli, i tamburi si facevano con taniche e secchi”. (cit. Lucio Parigi)
E’ risultato impossibile stabilire con certezza i vincitori degli anni 1928, 1929, 1930, 1931 e 1932, le fonti documentarie sono inesistenti mentre le poche testimonianze orali sono discordi e quindi inattendibili (speriamo in futuro di colmare in qualche modo questa lacuna).
Dal 1933 al 1938 furono Corso e Tufolino a farla da padroni vincendo per ben due volte a distanza di pochi anni (non dimentichiamo che c'erano otto contrade!). Solo la Torre nel 1934 e la Ventosa nel 1938 (fantino Asio Andreini) riuscirono a interrompere questa egemonia. Gino Chelini con la sua somara ottenne la vittoria nel 1937 per la contrada del Tufolino. E’ il primo Cencio che siamo riusciti a ritrovare e fotografare.

Che lavoro splendido state facendo Dino, grazie!!!
Ginestra

dino io lo so chi vinse in quegli anni perchè mio nonno (classe 1904) teneva un diario che ora ho io:
1928 tramonto, 1929 tramonto, 1930 tramonto (non certa), 1931 tramonto e, per finire, 1932 tramonto....

ho così dato un contributo fondamentale, esaustivo ed assolutamente affidabile alla tua lacunosa (!) ricostruzione storica

PER RICCARDO - Sì, sì, è verissimo. Ne avevamo anche parlato. Le cronache del Repetti su Mina di Bindoccino, Bartolomeo di Nuccio, etc, sono un pò diverse. Lo sapevo.
ECCO IL DOCUMENTO INTEGRALE CORRETTO:

http://www.archeogr.unisi.it/repetti/dbms/sk.php?id=3646

Il testo che ho postato all'inizio è quello un pò romanzato della prima Grida del Palio

Rocco ha scritto:dino io lo so chi vinse in quegli anni perchè mio nonno (classe 1904) teneva un diario che ora ho io:
1928 tramonto, 1929 tramonto, 1930 tramonto (non certa), 1931 tramonto e, per finire, 1932 tramonto....

ho così dato un contributo fondamentale, esaustivo ed assolutamente affidabile alla tua lacunosa (!) ricostruzione storica

Non saranno mica come i diari di Hitler?!

A proposito: LO SAPEVI, SI', CHE IL TU NONNO ERA CUGINO BONO DEL MIO...??!!

Sarei curioso di vedere questo diario che sembra più il diario dei sogni svaniti....sempre il Tramonto? E magari c'è anche scritto che il Tramonto ha vinto i successivi fino ad oggi.

A proposito di diari lanciamo un appello a chi è in possesso del LIBRONE DEL PALIO (o familiari). Sto parlando del registro delle vittorie, dei monturati, delle cronache di cui ha memoria anche il nostro admin. Io credo che si sia volatilizzato neli anni Settanta...

Dino palla ha scritto:A proposito di diari lanciamo un appello a chi è in possesso del LIBRONE DEL PALIO (o familiari). Sto parlando del registro delle vittorie, dei monturati, delle cronache di cui ha memoria anche il nostro admin. Io credo che si sia volatilizzato neli anni Settanta...

Speriamo che il passa parola sorta lo stesso effetto dell'orologio. Ritrovare questo libro che molti hanno testimoniato di aver visto, anche persone non tanto vecchie (la tua ipotesi di uscita di scena negli anni settanta, mi sembra probabile), sarebbe un successo enorme. Propongo un riconoscimento particolare a chi lo ritrovasse o desse informazioni utili al suo ritrovamento. Sotto con l'indagine...Chi l'ha visto?

Come mi è già capitato di dire a Dino Palla anche io avevo saputo da mio nonno che all' inizio degli anni 20 era morto un bambino durante il palio, il tetto di quella casa era infatti un ottimo punto per poter visionare l' intero percorso del palio in quanto la partenza era praticamente li sotto e per l' altezza della costruzione e per il fatto che molte case dell' attuale Via trento non ci fossero ancora si poteva vedere fino all' arrivo. Non ho notizie di chi fosse questo bambino dai racconti fatti ho avuto però il sentore che questo evento abbia rappresentato, per i nostri compaesani dell' epoca, un evento particolarmente traumatico; mi sono spesso chiesto il perchè visto che i nostri nonni avevano un rapporto con la morte abbastanza diverso dal nostro, praticamente non c' era famiglia che non piangesse un bambino morto visto che la mortalità infantile era a livelli oggi inpensabili. La risposta che mi sono dato è quella che i più non avessero ben digerito il contrasto stridente tra il clima di festa e un evento luttuoso ma non sono sicuro che questa possa essere la sola spiegazione.

Dino palla ha scritto:Nel 1927 furono create le contrade; in origine non erano cinque (come oggi) bensì otto: oltre a quelle ancora vigenti (Corso, Nobili, Torre, Tramonto e Ventosa) c'erano anche Belvedere (o Verde), Via di Mezzo e Tufolino (quest'ultime annesse nel dopoguerra dalla Torre).

Questa cosa qui della Contrada Belvedere (o Verde) te l'hanno raccontata o l'hai trovata in qualche testimonianza scritta? Chiedo perché mi sono sempre portato dietro il ricordo del racconto di mio nonno (ma potrei di certo sbagliarmi visto che è pressapoco un ricordo d'infanzia) della "Verde", la Contrada che si sarebbe voluto fare come "contrada dei villeggianti" ma che non era mai stata fatta...

Ma te li hai mai letti i diari di nonno? C'è scritto nulla che possa essere utile alla ricerca storica sul palio?

daf ha scritto: Questa cosa qui della Contrada Belvedere (o Verde) te l'hanno raccontata o l'hai trovata in qualche testimonianza scritta? Chiedo perché mi sono sempre portato dietro il ricordo del racconto di mio nonno (ma potrei di certo sbagliarmi visto che è pressapoco un ricordo d'infanzia) della "Verde", la Contrada che si sarebbe voluto fare come "contrada dei villeggianti" ma che non era mai stata fatta...

Della contrada Belvedere o Verde, "che corse qualche palio prima della guerra" me ne hanno parlato prima Silio Ferrari (ahimè defunto dal 1998), poi Lucio Parigi, che ho risentito, proprio su quegli anni, non più di 20 giorni fa. E' ancora lucido e attendibile. Abbiamo parlato un paio d'ore. Gli ho chiesto, perchè, nel dopoguerra sparì e lui mi ha risposto così: "La famiglia Bartolini, su cui sarebbe gravato praticamente tutto il peso del rione, preferì rinunciare. Qualche anno dopo, non subito, comparvero lì a Vignoli le prime bandiere dei Nobili". Tra le altre cose che non sapevo e che mi ha detto il fatto che il Tramonto era l'unica contrada con 3 colori: bianco nero e giallo-arancio. Li aveva inventati lui - sostiene - prendendo spunto dalla Lupa.