mea culpa...
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mea culpa...
Ci risono...col sole e l'acqua...la frutta e la verdura...gli animali e noi stessi...il cielo e il mare e i fiumi... E' che proprio non ne posso fare a meno di rompere i timpani a tutti, ma se con questo riesco insieme a voi a comprendere meglio le cose, anche solo un pochino, sono felice (che razza di discorso, per cadere in piedi, stavolta...).
Veniamo al dunque: è meglio mangiare una mela biologica importata da un paese lontano, o una mela biologica prodotta nella propria regione? La risposta ecologica al problema sarebbe promuovere la produzione locale, soprattutto frutta e verdura di stagione. Tuttavia il Dipartimento per lo Svluppo Internazionale del governo britannico ha intenzione di fare sempre più affidamento sul continente africano, facendolo diventare un enorme frutteto. Ha creato infatti un fondo di due milioni di sterline per mettere in contatto i supermercati britannici con i fornitori africani. I vantaggi economici sono evidenti...ma il progetto è stato presentato come un'opportunità per aiutare i contadini africani a uscire dalla povertà. L'Africa potrebbe in effetti aumentare la produzione alimentare, ma è importante che sia la popolazione locale a beneficiare dei raccolti, no? La fame è un problema quaotidiano per oltre 200 milioni di africani e produrre alimenti destinati all'esportazione è come rubare ai poveri per dare ai ricchi. Imporre all'Africa una rivoluzione agraria aggarverebbe i problemi della scarsità d'acqua e dell'inquinamento da immancabili concimi chimici. Il programma migliore sarebbe quello basato sulla produzione e il consumo locale che offrirebbe ai produttori africani l'opportunità di concentrarsi sulla trasformazione dei generi alimentari da esportare. I consumatori dei paesi ricchi dovrebbero adattarsi, per esempio, a non trovare più gli ananas sulle loro tavole, per esempio...Questa sarebbe l'attività più redditizia per i contadini africani. Il movimento internazionale Slow food collabora con i coltivatori come Guinea Bissau, Mali, Senegal e Sierra Leone per creare un legame tra produzione alimentare e conservazione della biodiversità, consolidando i mercati locali. Mangeremo frutta senza sensi di colpa (lo so..lo so..."quali sensi di colpa?". Proviamo a pensarci)
Veniamo al dunque: è meglio mangiare una mela biologica importata da un paese lontano, o una mela biologica prodotta nella propria regione? La risposta ecologica al problema sarebbe promuovere la produzione locale, soprattutto frutta e verdura di stagione. Tuttavia il Dipartimento per lo Svluppo Internazionale del governo britannico ha intenzione di fare sempre più affidamento sul continente africano, facendolo diventare un enorme frutteto. Ha creato infatti un fondo di due milioni di sterline per mettere in contatto i supermercati britannici con i fornitori africani. I vantaggi economici sono evidenti...ma il progetto è stato presentato come un'opportunità per aiutare i contadini africani a uscire dalla povertà. L'Africa potrebbe in effetti aumentare la produzione alimentare, ma è importante che sia la popolazione locale a beneficiare dei raccolti, no? La fame è un problema quaotidiano per oltre 200 milioni di africani e produrre alimenti destinati all'esportazione è come rubare ai poveri per dare ai ricchi. Imporre all'Africa una rivoluzione agraria aggarverebbe i problemi della scarsità d'acqua e dell'inquinamento da immancabili concimi chimici. Il programma migliore sarebbe quello basato sulla produzione e il consumo locale che offrirebbe ai produttori africani l'opportunità di concentrarsi sulla trasformazione dei generi alimentari da esportare. I consumatori dei paesi ricchi dovrebbero adattarsi, per esempio, a non trovare più gli ananas sulle loro tavole, per esempio...Questa sarebbe l'attività più redditizia per i contadini africani. Il movimento internazionale Slow food collabora con i coltivatori come Guinea Bissau, Mali, Senegal e Sierra Leone per creare un legame tra produzione alimentare e conservazione della biodiversità, consolidando i mercati locali. Mangeremo frutta senza sensi di colpa (lo so..lo so..."quali sensi di colpa?". Proviamo a pensarci)
Ginestra- Collaboratore attivo senior
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Re: mea culpa...
C'erano due posts identici e ho preferito lasciare questo che mi sembra apra una discussione nuova rispetto a salviamo la natura, questo topic credo sia più propriamente relativo alle misure per il terzo mondo si tratta di effettivi aiuti allo sviluppo o di sfruttamento da parte dei paesi industrializzati? Ho interpretato così, se l'autrice vuole può precisare.
Peter Pan- Moderatore
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