Il Partigiano.

Il partigiano

Anche Gianfranco Ballerini ci ha lasciati. Inutile sottolineare la tristezza. Lo voglio ricordare in un modo che farebbe ridere anche lui.
Molti di voi sapranno che di soprannome Gianfranco veniva detto “ Il Partigiano”.
Ricordo che per primo lo chiamasse così Mauro Tonini, a sua volta detto “ Nautro”. Perché gli avesse dato quel soprannome lo ignoravo e comunque escludevo che, data l’età, Gianfranco avesse a che fare con la Resistenza del 44.
L’ho chiesto a GianClaudio e dunque viene fuori che ogni volta che, in compagnia, faceva una cena, una merenda, una colazione ( ne deve avere fatte tante) Gianfranco venisse deputato a partire qualcosa. “ Gianfranco, parti il prosciutto!” “Gianfranco, parti il vino!” “Gianfranco, parti il cacio!”
Parti oggi, parti domani.. lo hanno ribattezzato “ Il Partigiano”.
Mi sembra tanto carino questo aneddoto che ho voluto riproporlo.Naturalmente è un modo per dire Ciao a Gianfranco.
Partigiano saluta Mirella!
Renato.

Mi associo al saluto

Gianfranco era una persona splendida amico di tutti, aveva sempre la battuta pronta e starlo ad ascoltare era un vero piacere. Con lui ci lascia uno di quei personaggi (forse uno degli ultimi) straordinari che hanno caratterizzato in modo inequivocabile la vita del nostro Paesello.
Per me era un amico e voglio ricordarlo così, seduto nella sua seggiolina in bottega che dispensa aneddoti e battute di spirito.
Ciao Gianfranco

.....ciao Gianfranco...............

anke a me dispiace molto. era il mio esperto di funghi personale... ogni volta ke trovavo qualke skifezza nel bosco andavo da lui x sentire se era mangereccia o no... ciao Gianfranco.
un abbraccio a Gianclaudio, a i ragazzi e a Donatella.

Hai avuto uno dei più bei soprannomi della storia! Ciao anche da me. Salutami Mirella, una delle donne più straordinarie che mi sia stato dato di conoscere.
Che cosa strana... mai come quando torno alla Rocca, quel muretto, quella panchina, quella scala, quella finestra mi rimbalzano contro le immagini, come in un flash, di chi non c'è più, sempre così niitide, da farmi credere che quelle persone non se ne siano andate per davvero e che continuino a guardarmi da quella finestra, o stiano sedute su quel muretto. Ogni volta ce n'è qualcuna di più e mi verrebbe da chiamarle e dire loro: Ma insomma, aspettate! Che fretta c'è? Poi mi soffermo, per un attimo, nei ricordi che desidererei scacciare ancora prima che si formino nella mente e mi comprimano il cuore. Meglio tornare nel caos di questa città, piena di gente e di turisti e confondersi con loro per non pensare...

a me invece piace...
tiene vivo il loro ricordo, significa ke non sono vissute invano.
venerdì sera è morta l'ultima amica di mia nonna.
adesso mi sembra di vederle tutte qui, intorno al tavolo di cucina, mia nonna, Wilma, Valentina (detta Valenta), Edisma e qualke volta anke Ginetta del telefono, a prendere il caffè (cosa di cui mia nonna andava pazza ed invitare le amike era una scusa per poterlo fare anke fuori orario..)oppure il tè.. rigorosamente INFRE', coi bucaneve...
mi sembra di sentire le loro kiakkiere e ricordo perfettamente le loro voci....