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PROGETTO "FRATELLO IN AFRICA"

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Messaggio Da charlie Sab Dic 20, 2008 2:01 am

é ufficiale la Misericordia di Roccatederighi partecipa e fa promotore di un progetto di solidarietà e cooperazione internazionale in Africa .La zona di intervento è l'ETIOPIA regione del DAWRO lì vive una tribù il popolo dei MANJA a cui è destinato il nostro impegno.Il 18 gennaio 2009 parte una delegazione per mettere a punto il programma finale di interventi da fare, verificare la disponibilità del governo locale alla attuazione, verificare la portata di una sorgente di acqua, effettuare un rilievo (per quanto sarà possibile) del territorio assegnato al popolo dei MANJA, verificare le reali necessità di quella popolazione e stilare un programma di intervento con delle priorità assolute.

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Messaggio Da charlie Sab Dic 20, 2008 3:00 am

COME NASCE L’IDEA


Fratello in Africa è un progetto di cooperazione e solidarietà internazionale, con un obiettivo principale: promuovere lo sviluppo sociale ed economico di un villaggio in cui vive la tribù dei Manja, attraverso azioni educative e iniziative di sviluppo agricolo nel rispetto delle usanze, della dignità delle persone e dell’esperienza della popolazione locale. Lo stile degli interventi non deve essere di carattere assistenziale ma mira all’autosviluppo della popolazione locale, in collaborazione con volontari italiani e non. Quindi il progetto prevede che le realizzazioni vengano condivise dai volontari e dalla popolazione locale. Questo è fondamentale, perché solo la salvaguardia del principio di compartecipazione e responsabilizzazione consente di aiutare la popolazione a crescere in un progetto di autosviluppo, nella fraternità e nella condivisione. Altrimenti nella popolazione “aiutata” si crea una valutazione di dipendenza che favorisce inerzia e assistenzialismo. La popolazione dei Manja sarà chiamata da subito a partecipare alle scelte e verrà coinvolta nei lavori di scavo o costruzione, individuando le priorità dei bisogni, lavorando insieme senza distinzione di razze, etnie e religione. Il beneficiario di questo progetto, Fratello in Africa, è il popolo dei Manja che vive a sud-ovest di Addis Abeba nella regione del Dawro. I Manja erano un popolo di nomadi cacciatori; sono stati bloccati e emarginati all’epoca del dittatore Menghisto, ma ancora oggi sono tenuti ai margini dai suoi stessi simili anche se di una diversa etnia. Il progetto nasce dagli studi antropologici e dall’esperienza in quella tribù di Valentina. Dal viaggio un reportage di foto, racconti e testimonianze che fanno riemergere un progetto studiato a seguito di un’esperienza personale in Eritrea, dove veramente si tocca con mano la povertà, la mancanza di libertà, la grande differenza tra i popoli, l’ignoranza e l’incapacità di reagire di fronte alla sfortuna di essere nati in Africa. Purtroppo in Eritrea esiste un regime per cui anche gli aiuti umanitari sono controllati anche laddove la miseria è grande.

Gli interventi avverranno mediante campi di lavoro programmati anno per anno, seguendo un programma preciso da realizzare in seguito a sopralluoghi, poiché il tutto parte da quello che è esistente in loco.



Luglio 2008 viaggio esplorativo in Etiopia

Dopo un bellissimo interessante viaggio nell’Africa vera, visitate le zone interessate al progetto e il popolo dei Manja, parlato con loro dei loro mille problemi, emerge una classifica di priorità degli interventi e una grande voglia di realizzarli:

  • Ricerca e raccolta dell’acqua per usi diversi che vanno dall’igiene personale, all’utilizzo per l’irrigazione, all’uso alimentare, alla costruzione di una rete idrica con cannelle all’interno del villaggio.
  • Costruzione di un passaggio su un guado che durante la stagione delle piogge isola i Manja nella foresta.
  • Costruzione di terrazzamenti con relativi muretti di contenimento per ricavare zone in piano destinate alla coltivazione.
  • Progetto zebù: si tratta di fornire coppie di zebù per la coltivazione dei terreni.
  • Realizzazione di un impianto idrico per irrigazione di piante e ortaggi.

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Messaggio Da Riccardo Mar Dic 23, 2008 2:17 pm

Ci sono argomenti collegati a questo post quando avevamo parlato della mostra sull'Etiopia curata dalla nostra Valentina:
https://roccatederighi.forumattivo.com/cultura-e-spettacoli-f20/mostra-explorando-l-etiopia-t171.htm

e quando avevamo parlato dell'iniziativa che vede impegnate molte donne della Rocca:
https://roccatederighi.forumattivo.com/storie-della-rocca-f18/rocca-for-africa-le-coperte-che-nascono-al-centro-civico-t292.htm
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Messaggio Da charlie Gio Dic 25, 2008 12:04 am

grazie Riccardo del rimando a risposte esistenti sul forum .Le coperte verranno portate il 18 gennaio 2009 in etiopia non tutte poichè il peso da trasportare non èmolto alto,sarà nel viaggio di giugno ,momento in cui organizzeremo una raccolta di vestiti e altre cose utili da portare in etiopia le coperte ora sono poco indicate vista la temperatura intorno 40 gradi .quello che stanno facendo le donne rocchigiane è molto bello tutti in qualsiasi modo potranno partecipare al progetto .Da parte mia e del gruppo impegnato per il progetto "FRATELLO IN AFRICA" cercheremo di informare sempre tutti dei nostri movimenti e iniziative .Ritorneremo dalla etiopia il 1 febbraio e intorno al 21 -28 febbraio ci sarà una iniziativa pubblica in cui sarà lanciata la proposta con tutte le varie fasi del progetto,con interventida parte di medici e persone impegnate fisicamente in prima persona in quei posti.intanto darò via via altre notizie sui luoghi ed usi e costumi del popolo dei manja

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Messaggio Da charlie Gio Dic 25, 2008 12:09 am

L’Etiopia è un paese grande 3,5 volte l’Italia. Il progetto mira a raggiungere i villaggi interni dove peraltro vive gran parte della popolazione. Difficoltà di comunicazione, sia stradali sia postali e telefoniche rendono più difficile la realizzazione, lo stato delle strade in particolare è disastroso. Il villaggio in cui il progetto avrà destinazione è nelle vicinanze della missione di Gassa situata a circa 500 km a sud di Addis Abeba, si tratta di un insediamento abbastanza recente, lungo il tracciato della strada sterrata che da Soddo, dopo aver superato il fiume OMO, entra nella regione del DAWRO. Il villaggio si trova a 2400 metri di altitudine s.l.m e domina una bellissima e verde catena di monti. La zona di Gassa è vicinissima all’equatore, è stata intensamente deforestata per far posto all’agricoltura. Il clima, data l’altitudine, è caldo temperato e la stagione delle grandi piogge cade nei mesi di luglio, agosto e parte di settembre, in rapporto alla quantità di pioggia caduta si avrà un buon raccolto o sarà carestia. Gli abitanti sono molto poveri e l’età media è molto bassa (47/56). La popolazione femminile è la più numerosa. Le attività svolte sono essenzialmente collegate all’agricoltura e all’allevamento di ovini e bovini. Gli scambi avvengono nei mercati che si tengono anche nei paesi vicini quotidianamente, tutti ad una distanza percorribile in una giornata di cammino, 20 km circa, dove confluiscono i prodotti che vengono o barattati o pagati con capi di bestiame che sono considerati una vera e propria moneta di scambio. Gran parte del lavoro, ai mercati come nei villaggi, è competenza delle donne che, come i bambini, in questa società non hanno nessun diritto. La situazione sanitaria vede una mortalità infantile intorno al 20% e alle “normali” malattie (malnutrizione, parassiti, tifo, TBC) si aggiunge in aumento all’AIDS. Gli abitanti del villaggio vivono in capanne di fango con tetto di paglia e la parte bassa intonacata con un impasto fatto di paglia, terra, sterco di zebù.

Sono accoglienti e hanno espressioni serene miste ad un po’ di tristezza.

Quanto alla lingua parlano l’amahrico/dawrino , una lingua difficile da parlare e incomprensibile quando è scritta. In questo paese c’è molto da fare. In Etiopia operano poco meno di 1500 organizzazioni dalle più piccole alle più grandi tipo ONU, UNICEF, FAO, eppure la povertà continua ad aumentare. Ciò significa che in questo tipo di aiuti c’è qualcosa che non funziona.

La macchina degli aiuti è lenta ad avviarsi e lenta a fermarsi, per esempio gli aiuti alimentari quando non servono più continuano ad arrivare ma non c’è modo di conservarli (non c’è corrente, né frigoriferi), finiscono così per essere venduti al mercato nero. Chi decide sul tipo di aiuti vive nella capitale e poco sa della realtà della gente che va aiutata. Nel progetto è stata fatta una scaletta delle necessità insieme alle popolazioni locali, il primo obiettivo è quello di conquistare la fiducia della gente del luogo, con loro realizzare piccoli progetti fattibili in tempi abbastanza brevi, dando risposte immediate ai problemi sollevati e così conquistare la fiducia e ingenerare nei nativi la voglia di migliorarsi.

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Messaggio Da Paperino Gio Dic 25, 2008 10:06 pm

Mai come in questa occasione mi viene in mente quello che mi hanno consigliato i miei nonni "se vuoi aiutare chi ha fame non dargli del pesce, ma insegnagli a pescare"
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Messaggio Da charlie Lun Dic 29, 2008 10:31 pm

Già è proprio così,e questa è la nostra filosofia di aiuto non andremo in etiopia a fare della beneficenza gratuita ma dovranno essere loro i protagonisti per il proprio sviluppo noi metteremo a disposizione le nostre conoscenze metteremo loro a disposizione mezzi pratici o economici per partire poi dovranno divenire autosufficenti se vuoi Paperino puoi partecipare entra nel gruppo ,sei giovane e ti assicuro è una grande esperienza che lascia positivi dentro

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Messaggio Da charlie Lun Dic 29, 2008 10:37 pm

1)Progetto acqua

All’interno del territorio interessato al progetto esiste una sorgente d’acqua che, durante il viaggio di luglio 2008, tirava molto bene, ma era la stagione delle piogge; da verificare se nella stagione secca è asciutta o tira ancora magari meno, ma sufficientemente. Ciò significa che quella è una sorgente da captare, pulire, intubare in un grosso serbatoio in cemento, con una buona e sufficiente capacità, in modo da garantire la presenza di acqua anche nella stagione asciutta, che può durare anche sei mesi procurando gravi carestie. Da questo grosso serbatoio parte una rete idrica che porta acqua in vari punti del villaggio, di modo che si accorciano le distanze da percorrere, con pesanti recipienti addosso ai bambini o soprattutto alle donne. Captando e intubando la sorgente, garantiamo un’acqua pulita e non sottoposta a passaggi di animali, anche morti, o detriti portati dalle piogge. Al termine della rete idrica, nei vari punti di acqua verrà messa una cannella a pulsante, così l’acqua non verrà perduta. In alternativa alla continuità della sorgente esiste la perforazione e costruzione di pozzi, con una ditta presente anche a Soddo; in questo caso i costi sono più alti e interviene la problematica di come portare l’acqua in superficie nel grosso serbatoio, forse con pompe a energia solare, dipende dalla profondità che potrebbe essere oltre 100 metri. Altro sistema di soluzione per irrigazione sono dei punti raccolta d’ acqua piovana, con cisterne o piccoli invasi per poter utilizzare l’acqua nei periodi di magra. I costi sono quelli della fornitura dei materiali, cemento, ferro, sabbia e trasporto. Per la mano d’opera i costi sono molto bassi visto il cambio molto favorevole ( 15 BIRR=1 EURO ) e un operaio può prendere 5 BIRR giornalieri. Saranno coinvolti gli abitanti del luogo, i Manja in questo caso, stimolandoli ad ideare iniziative ed avere la volontà di realizzarle, con responsabilità e determinazione, facendo loro capire che l’acqua è indispensabile per il raggiungimento di qualsiasi progetto.

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Messaggio Da charlie Lun Dic 29, 2008 10:43 pm

2)Strada su guado

E’ un problema che esiste durante la stagione delle piogge, un fosso che divide la foresta diventa impraticabile al passaggio dei mezzi gommati; è necessario mettere in opera dei tombini e ricostruire una strada leggermente sopraelevata rispetto al guado, permettendo il passaggio.





3)Costruzione di terrazzamenti

La pendenza del terreno è un problema: i Manja vivono in un terreno scosceso e nella foresta, quindi sono pochi i pezzi di terreno lavorabili. Il lavoro può essere fatto solo a mano. Il problema può essere risolvibile con la costruzione dei terrazzamenti per rendere praticabile la coltivazione del terreno. Quindi costruendo muretti di contenimento e spianando la terra si creano delle aree coltivabili da 8-10 metri di larghezza. Nei pressi di ogni terrazzamento portare una fornitura d’acqua piovana raccolta, per poi usarla nell’irrigazione.





4)Progetto zebù

La tribù dei Manja non ha animali né da lavoro, né da latte o allevamento. Una volta creati i terrazzamenti si rende necessaria la fornitura di tre, quattro coppie di zebù da lavoro, da mettere a disposizione delle popolazioni dei Manja. Inizialmente non potrà essere una fornitura di zebù per ogni famiglia, quindi sarebbe auspicabile la creazione di un’organizzazione collettiva come una “coop” di lavoro, con regole precise e rispettando i vari appezzamenti di terreno assegnati e di manodopera prestata. Questo può partire mettendo insieme alcuni vicini di terreno e quindi gli zebù vengono spostati di terreno in terreno. Questo va verificato non conoscendo le usanze e regole sui terreni assegnati a ciascuno.

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Messaggio Da Dino palla Sab Gen 24, 2009 12:15 pm

ABBIAMO NOTIZIE DI MARIO??? Glo, ci puoi informare???
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Messaggio Da charlie Mer Feb 11, 2009 6:24 pm

Ciao a tutti siamo tornati dalla africa tutto ok abbiamo raggiunto un buon accordo con le autorità locali ma sopratutto con gli amici MANJA.di sorgenti ne abbiamo visionate tre .parte quindi il progetto di solidarietà fratello in africa il 15 marzo ci sarà la presentazione ufficiale del progetto, c'è posto per tutti,e per luglio è in programma un nuovo viaggio.

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Messaggio Da Rocco Gio Feb 12, 2009 11:09 am

ma Danilo ha fraternizzato?

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Messaggio Da charlie Ven Feb 13, 2009 4:59 pm

ciao rocco ,si si danilo ha partecipato con interesse alla spedizione . qualche difficoltà di respirazione ,data l'altitudine 2300 m.e l'asprità del sentiero,ma tutto risolto ne è uscito bene ,si è convinto dell'utilità del progetto .il 15 marzo 2009 al centro civico di roccatederighi ci sarà la presentazione ufficiale del progetto .invitate sono tutte le misericordie della provincia,il vescovo ,il sindaco le autorità regionali della misericordia, esperti di africa,naturalmente tutti i rocchigiani interessati ,i forumisti.sono soddisfatto dell'accordo raggiunto con i nativi e le autorità locali.stò mettendo al pulito le varie regole del progetto concordato poi le metteremo sul forum cosi potremo parlarne e avere anche altri elementi e pensieri da valutare.

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Messaggio Da charlie Gio Mar 12, 2009 2:08 am

DOMENICA 15 MARZO ore 15 tutti invitati al centro civico di roccatederighi per la presentazione ufficiale del PROGETTO FRATELLO IN AFRICA sarà presente il sindaco, il vescovo,le misericordie provinciali,presidente provinciale misericordie vice presidente nazionale misericordie d'italia il gruppo speleologi di grosseto la dott.ssa Valentina Radi, spero tutti voi e anche di più.parleremo dell'intervento in africa, delle loro aspettative del coordinamento, delle varie fasi .sarà molto interessante alla fine vi offriremo anche un rinfresco.VI ASPETTIAMO

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