AMARCORD...

In dialetto MI RICORDO... è un nuovo album di foto della Rocca che fu, ed anche di cose varie che riguardano la Rocca. A qualcuno farà piacere dare uno sguardo al nostro passato, i più giovani vedere la Rocca com'era e i più ...maturi dire:"Io c'ero!" Vedete la Galleria, e inserite le vostre foto. Un assaggio:
Qualità della foto a parte è suggestiva noh?

Grazie Admin per la bellissima foto capitata oltretutto a proposito perché ieri mi serviva proprio per ridisegnare il ponte.

A Neva vorrei chiedere se questa foto dice qualcosa.

Non vorrei sbagliarmi ancora sono Emilia e Adriano Baldanzi, i miei nonni?
Se sì, pensa che è la prima foto che vedo di loro!
Grazie di cuore!

Neva

Guarda, chi siano non lo so, però avevo domandato e mi avevano detto che dovevano essere tuoi parenti.
Il macello è quello nella piazza di San Sebastiano e il quadro si trovava nella casa sopra il macello.

Dunque sono proprio i miei nonni paterni!
Peccato che l'originale sia rimasto in mano a degli sconosciuti, ma è stata una fortuna che tu l'abbia visto e fotografato e che, per questo, sia arrivato fino a me: ho sempre pensato che il Caso non esiste e neppure il Destino, ma solo misteriose e infinite coincidenze...
Ho anch'io qualche foto che vorei mandare a Forum, ma non so se corrispondono alle regole sulla privacy del sito così intanto, se ci riesco, ne mando una a te personalmente e tu deciderai.

Un saluto.

Neva

La foto ritrae iI miei nonni paterni Emilia Santoni e Adriano Baldanzi intorno ai primissimi anni del '900.
Di mio nonno non so quasi nulla mentre della nonna so che prima di aprire con il marito questa macelleria nella piazzetta di San Sebastiano, dove anche abitavano e dove poi ha abitato, continuando l'attività dei nonni, mio zio Ido e tu hai trovato la foto, vendeva mercerie per le campagne dei dintorni spostandosi a dorso d'asino per diversi chilometri intorno.
Solo dopo qualche anno di questa piccola ma faticosa attività i nonni pensarono di aprire la macelleria e fu mia nonna, donna di forte carattere e assai emancipata e intraprendente per quel tempo e ormai in buona relazione con molti contadini della zona per il suo precedente lavoro di ambulante, che continuò ad occuparsi abilmente del reperimento degli animali che sevivano per la macelleria.
Questo è quasi tutto quello che so e sarò gratissima a chi, da nonni o bisnonni,potrà dirmi qualcosa di più di mia nonna e, soprattutto, di mio nonno di cui non so praticamente nulla.
Ciao a tutti.

Neva

Grazie Filippo di questo contributo, bella la foto e bello ricordare due personaggi come Pellegro e Marzio.
Chi può dimenticare l'umorismo di Pellegro?
Marzio poi ha segnato un pezzo di storia della Rocca con il cinema ed il salone Ferrari.

Per un'altra cosa è interessante questa foto e cioè per l'assenza di macchine. Le poche auto in circolazione all'epoca e il divieto di sosta permettevano ancora di vedere persone e bimbi per la mano passeggiare tranquillamente in mezzo a via Roma.

Sai indicare la data di questa foto, Filippo?

Salve Riccardo,
Quella foto è del 73. Come passa il tempo! Verro alla rocca dal 27 luglio fino al 13 di agosto. A presto

Ciao, Riccardo, davvero intrigata la storia tra i nostri nonni e ti confesso di non aver ancora capito da quale ramo comune abbiamo preso lo stesso cognome e, purtroppo,io non ho più nessuno a cui chiederlo, ma tu, fortunatamente, sì e quindi, con l'aiuto di tuo padre, potremmo venirne facilmente a capo.
Cosa ne dici? Lo intervisterai o magari gli suggerirai di rispondere lui stesso con un post?
Mia
nonna aprì il negozio nella via di Mezzo quando già era rimasta vedova
e si era risposata con Serafino Baldanzi, un autodidatta abbastanza colto, per allora, con salde idee reppubblicane che circolavano nel gruppo del Ravagli, almeno a quello che mi sembra di rcordare.
Di una certa sua cultura storica sono stata comunque testimone anch'io perché quando andavo a trovarlo da mia nonna, non aveva molta salute e se ne stava sempre a letto o seduto su una poltroncina di vimini, con qualche libro tra le mani, vicino alla portafinestra del terrazzino che affacciava sulla via del Tufolino, l'unica di quella angusta e e buia stanza che fungeva da cucina, mi recitava poesie che molto più tardi ho saputo essere soprattutto di Carducci e di Pascoli e mi intrattenava ( e io a bocca aperta ad ascoltarlo ) con lunghi e avventurosi racconti sui Cavalieri della Tavola Rotonda e sulla storia risorgimentale, che non terminavano mai prima di due o tre puntate, mostrandomi anche alcune figure in certi suoi libri.
Quando mia nonna aprì il negozio nella casa comprata dalla tua, aveva ceduto la macelleria e la casa di San Sebastiano a mio zio Ido che continuò ancora, con la moglie, quell'attività.
Mio
padre, invece, aveva aperto, sempre in quegli anni, un'altra macelleria
in Piazza, quella che ora gestisce Rosina, e dunque due macelli c'erano
di sicuro alla Rocca e forse tre perché può darsi benissimo che mia nonna avesse
per qualche tempo fatto anche macelleria ma di questa non mi ricordo.

Oltre alla Balilla, ho anche qualche altra foto che potrebbe essere interessante per la raccolta che stai preparando e spero di riuscire a mandartele, ma per adesso, come avrai visto, non sono riuscita a farlo.
Anche
io ho notato con nostalgia tutta via Roma libera dalle macchine nella
bella foto di Filippo; è davvero un peccato che la Rocca, per la sua
conformazione naturale, non abbia degli spazi adatti a comodi parcheggi
che possano liberare almeno le vie in cui sarebbe piacevole
incontrarsi, sostare o passeggiare.

Un saluto.

Neva

Guarda che con questo forum si possono riannodare tante storie e ritrovarsi a delle sorprese inaspettate.
Ti posso dire che se sul forum si rifacesse vivo il nostro Dino Palla tutta la famiglia tornerebbe a galla.
Sui registri parrocchiali io ho fatto uno studio limitato al mio ramo, ma lui l'ha fatto completo su tutti i rami dal 1° capostipite che si riesce a trovare fino ai giorni nostri. Tale fu Gaspero Baldanza da un documento del 1798, probabilmente di fresca provenienza bolognese, se nel registro sentirono l'esigenza di specificare dopo il cognome l'aggettivo: Bolognese. Se ci fu errore di scrittura all'origine o fu in seguito traslitterato in Baldanzi non si sa, però la consequenzialità generazionale da costui è assodata. Così ho scoperto di rappresentare l'8a generazione permanente alla Rocca almeno a cominciare da Gasparino.

Ecco qua Neva.

Il terrazzino che dava sul Tufolino era questo vero?

E questa è Lina, la mia nonna che ricomprò il negozio di tua nonna Emilia, già casa di Lina che aveva ricevuto dai suoceri quando si sposò.

Sì, il terrazzino è proprio questo in cui così garbatamente sta in posa tua nonna Lina e la finestra è quella dove mia nonna aveva un modesto salottino di fianco alla cucina stretta e lunga come un corridoio.
La camera da letto, anch'essa piccola e piuttosto buia, era al primo piano e vi si saliva, se mi ricordo bene, da un'angusta e ripida scala di pietra ma quando Serafino cominciò a star tanto male da non potersi più alzare dal letto, mia nonna trasferì nel salottino la loro camera perché più comoda e perché la finestra era abbastanza grande da consentire a Serafino di poter leggere i suoi inseparabili libri.
Come tu hai letto, Serafino era schedato dalla polizia e durante il fascismo aveva subito molte di quelle terribili purghe che poi causarono alla sua salute danni permanenti e progressivi che lo portarono alla morte non ancora troppo vecchio.
Io non ho mai dimenticato la sua figura delicata, il suo parlare sempre a voce piuttosto bassa, le lunghe mani scarne e diafane, i suoi spessi occhiali cerchiati di nero sempre sul naso e i libri, cosa assolutamente rara a quel tempo, che teneva sempre o in mano o a portata di mano. Più grande. mi sono spesso chiesta come mia nonna, donna piuttosto grintosa e di forte carattere, avesse potuto scegliere come secondo marito il colto, etereo e convinto e perseguitato antifascista Serafino.
Non lo saprò mai.
Così tu sai del tuo albero genealogico fino all'ottava generazione e tutto questo dai registri parrocchiali della Rocca?
Non ci avevo mai pensato.
Dunque, volendo, sarebbero facilmente consultabili?
Se sì, penso che chiederò a Lia di presentarmi al parroco.

Grazie per la foto del "Terrazzino con Lina".
Sei molto gentile.
Un saluto. Neva

Grazie a te Neva che ci stai regalando delle storie, almeno per me, molto preziose. Non solo perché in qualche modo hanno riguardato la mia famiglia, ma perché ci parlano di personaggi che hanno vissuto alla Rocca e che hanno fatto un pezzo importante di storia. Mi piacerebbe raccogliere ancora più informazioni su queste figure e su quel periodo. Ti chiedo anche se hai altre foto e possibilmente qualcuna di Serafino.
La ricerca sull'albero in Parrocchia al momento è impossibile in quanto tutto l'archivio dopo la morte di don Franco è stato trasferito a Grosseto. Attraverso questo lavoro sui 900 anni vorremmo chiedere di riavere l'archivio in parrocchia, credo sia molto importante per la nostra comunità. Comunque ti ripeto che se torna Dino Palla sul forum puoi chiedre a lui che sa tutto dal 1798 a oggi.

Con l'aiuto di Marina (oops..), ecco finalmente la foto della Balilla di mio zio Ido ( Targata, pensa un po',1411! ) che è al volante con in braccio mio fratello Algo, nato nel "22 e morto nel "41, il primo in piedi da sinistra è mio padre Ildo; gli altri, rocchigiani di certo, non so proprio chi siano ma forse qualcuno tra i più vecchi potrebbe ancora riconoscerli. A presto. con la prossima foto. Neva

A più riprese invocato, torna Dino Palla . Vi sto leggendo da giorni. La foto di Ido e Ildo Baldanzi intorno a questa Balilla (sicuramente una delle prime mai viste alla Rocca) è strepitosa. L'albero genealogico che si dipana da Gaspero ce l'ho a casa su. E' un lavorino bellino ma migliorabile. Ora sono a Grosseto. Faremo in modo di guardarlo insieme, con Neva e Riccardo, magari in una serata ad hoc. Serafino, Emilia, etc, ricorrono nella mia ricerca. Dalla Rocca abbiamo anche alcuni migranti Baldanzi verso la Francia. Vi risulta??

Ciao, evocato e subito ricomparso nel Forum: magia di internet!
Così anch'io potrò risalire qualche ramo del mio albero genealogico che, al momento, si ferma a i miei nonni?
Grazie fin da ora e a presto, spero!

Cordialmente.

Neva

Tanti gli spunti che possono scaturire da questa foto.

Auboue, dov'è nata la mia mamma e Homecourt dove abita uno dei mei zii.

Siamo negli anni 40: chissà chi avrà curato la regia di questa scenetta in cui mio fratello Algo, già malato, ma ancora con la speranza della guarigione, punta, quasi simbolicamente, la pistola contro il suo invisibile nemico e non solo al simpatico ladro del portafoglio di Diaz Baldanzi.
Questo sfondo, visto che quello della Balilla devi averlo perfettamente localizzato, ti suggerisce qualcosa del luogo in cui potrebbe essere stata fatta?
La storia di mio fratello è stata breve e molto triste e per i miei genitori la sua morte, dopo circa tre anni di una inesorabile malattia infettiva che non gli lasciò scampo, fu una tragica e dolorosa prova dopo la quale niente fu mai più come prima.