14 AGOSTO 1988 - NON ASSEGNATO PER DISORDINI
2 partecipanti
Pagina 1 di 1
14 AGOSTO 1988 - NON ASSEGNATO PER DISORDINI
LA PACE DI LATTAIA
“A Roccatederighi s’infuriano i contradaioli e un sit-in impedisce di assegnare il 55° Palio”. Titola così Il Tirreno, a pagina II della cronaca di Grosseto il 17 agosto del 1988. Segue un breve articolo con il resoconto dei fatti, scritto in punta di penna dal corrispondente del giornale Nicola Barlucchi. Il racconto del Palio dell’88 è complesso tante sono le cose da ricordare e mettere in fila. Forse, prima di cominciare, va detto che la Stoffa, dipinta da Bruno Marini, rappresentava la Pace di Montelattaia di 700 anni prima tra i castelli di Sassoforte e Roccatederighi. Al centro l’artista aveva collocato una colomba bianca che tiene nel becco un ramoscello d’ulivo verde e vola sopra i signori intenti a firmare gli accordi di non belligeranza. Una simbologia beffa se si pensa a ciò che accadde quella sera.
IL CAOS
Su via Trento, infatti, si consumò una vera e propria “guerra”. Il mossiere, Osvaldo Brunacci detto l’Americano, contestato e minacciato, fu costretto a scappare verso la Casa di Gioma, risalì dai campi sopra la Fontina del Cimitero e ridiscese la Croce verso via Gorizia così da rientrare a casa, in via del Piano, evitando incontri troppo ravvicinati con i contradaioli di Torre e Nobili. Mi raccontò lui stesso, anni dopo, questa avventura. “Carretta”, invece, era il fantino della Torre, ingaggiato a Campagnatico; fu preso a calci da un paio di contradaioli del Tramonto e, difeso dal fratello, si trovò coinvolto in un’autentica rissa. Anche alcuni sostenitori del Corso, nonostante il loro rione fosse stato eliminato nella prima batteria, si resero protagonisti della gazzarra. La Torre occupò addirittura il tracciato con circa 200 persone, impedendo il proseguimento della Giostra.
LA CRONACA, MOLTO SECONDARIA, DELLE CARRIERE
Il fattaccio avvenne alla quarta mossa, dopo che le prime due erano state invalidate dall’Americano e alla terza erano usciti, non senza protestare, il Corso e la Ventosa. Si doveva correre, quindi, una “semifinale” a tre, tra Nobili, Torre e Tramonto. Alla mossa la Torre restò ferma al canape e successe il finimondo. La partenza venne dichiarata valida, poi annullata, poi di nuovo valida. I contradaioli della Torre si infuriarono e organizzarono un sit-in sulla strada, impedendo la prosecuzione della manifestazione. Dopo oltre 60 anni il Cencio della Pace restava invinto, ricondotto mestamente nel deposito della Pro Loco.
LE SANZIONI
Il 6 settembre si riunì la Pro loco, presieduta da Carlo Pecorini, e deliberò pesanti sanzioni nei confronti della Torre: un anno di squalifica con obbligo di addobbo, cinque anni (poi ridotti a 1) di espulsione per i monturati di Rocca vecchia: Alessandra di Ponsacco (dama), il Minucci (capitano), Ivo Pagni e Beppe Castagni (bandierini), Giancarlo Vannini (alfiere), Roberto Baldanzi (tamburino) e Gianni Brunacci (armato). Fuori dalla sfilata per l’anno successivo anche Alessandro Salvestroni e Paolo Menichetti (Tramonto) e Enrico Taviani (Corso). In un primo momento era stato proposto addirittura che la Torre versasse alla Pro loco un’ammenda, pari a un milione del vecchio conio, come danno morale.
ASPETTI POSITIVI E LATI OSCURI DI QUELL’ANNO
Quell’estate l’attesa, la partecipazione, l’entusiasmo per il Palio avevano raggiunto livelli impensabili. La Torre aveva confezionato 300 magliette, rimesso la porta all’Arco e coinvolto decine di famiglie nell’addobbo e nei preparativi. Da due anni, d’altra parte, si aggiudicava il premio per i migliori allestimenti da parte di una qualificata giuria. Sì, perché ogni rione iniziava a strutturarsi, dava al paese e chiedeva alla Pro loco. La competizione non era solo in pista, la sera del 14, ma anche nel rendere la contrada più bella, nel registrare l’incasso più alto al bar, nel divertimento della gente alle serate organizzate dai rioni. Purtroppo, di pari passo con questi aspetti positivi, ormai da qualche anno, si era diffusa, intorno al Palio, anche la pratica illegale delle scommesse, delle quote. Il banco veniva “rizzato” alla vigilia di Ferragosto, una volta conosciuti i nomi dei fantini e assegnati i somari. In ballo, quell’anno, c’erano tanti soldi. Si parla di milioni di lire puntati sulla Torre…Di più non posso e non voglio dire.
“A Roccatederighi s’infuriano i contradaioli e un sit-in impedisce di assegnare il 55° Palio”. Titola così Il Tirreno, a pagina II della cronaca di Grosseto il 17 agosto del 1988. Segue un breve articolo con il resoconto dei fatti, scritto in punta di penna dal corrispondente del giornale Nicola Barlucchi. Il racconto del Palio dell’88 è complesso tante sono le cose da ricordare e mettere in fila. Forse, prima di cominciare, va detto che la Stoffa, dipinta da Bruno Marini, rappresentava la Pace di Montelattaia di 700 anni prima tra i castelli di Sassoforte e Roccatederighi. Al centro l’artista aveva collocato una colomba bianca che tiene nel becco un ramoscello d’ulivo verde e vola sopra i signori intenti a firmare gli accordi di non belligeranza. Una simbologia beffa se si pensa a ciò che accadde quella sera.
IL CAOS
Su via Trento, infatti, si consumò una vera e propria “guerra”. Il mossiere, Osvaldo Brunacci detto l’Americano, contestato e minacciato, fu costretto a scappare verso la Casa di Gioma, risalì dai campi sopra la Fontina del Cimitero e ridiscese la Croce verso via Gorizia così da rientrare a casa, in via del Piano, evitando incontri troppo ravvicinati con i contradaioli di Torre e Nobili. Mi raccontò lui stesso, anni dopo, questa avventura. “Carretta”, invece, era il fantino della Torre, ingaggiato a Campagnatico; fu preso a calci da un paio di contradaioli del Tramonto e, difeso dal fratello, si trovò coinvolto in un’autentica rissa. Anche alcuni sostenitori del Corso, nonostante il loro rione fosse stato eliminato nella prima batteria, si resero protagonisti della gazzarra. La Torre occupò addirittura il tracciato con circa 200 persone, impedendo il proseguimento della Giostra.
LA CRONACA, MOLTO SECONDARIA, DELLE CARRIERE
Il fattaccio avvenne alla quarta mossa, dopo che le prime due erano state invalidate dall’Americano e alla terza erano usciti, non senza protestare, il Corso e la Ventosa. Si doveva correre, quindi, una “semifinale” a tre, tra Nobili, Torre e Tramonto. Alla mossa la Torre restò ferma al canape e successe il finimondo. La partenza venne dichiarata valida, poi annullata, poi di nuovo valida. I contradaioli della Torre si infuriarono e organizzarono un sit-in sulla strada, impedendo la prosecuzione della manifestazione. Dopo oltre 60 anni il Cencio della Pace restava invinto, ricondotto mestamente nel deposito della Pro Loco.
LE SANZIONI
Il 6 settembre si riunì la Pro loco, presieduta da Carlo Pecorini, e deliberò pesanti sanzioni nei confronti della Torre: un anno di squalifica con obbligo di addobbo, cinque anni (poi ridotti a 1) di espulsione per i monturati di Rocca vecchia: Alessandra di Ponsacco (dama), il Minucci (capitano), Ivo Pagni e Beppe Castagni (bandierini), Giancarlo Vannini (alfiere), Roberto Baldanzi (tamburino) e Gianni Brunacci (armato). Fuori dalla sfilata per l’anno successivo anche Alessandro Salvestroni e Paolo Menichetti (Tramonto) e Enrico Taviani (Corso). In un primo momento era stato proposto addirittura che la Torre versasse alla Pro loco un’ammenda, pari a un milione del vecchio conio, come danno morale.
ASPETTI POSITIVI E LATI OSCURI DI QUELL’ANNO
Quell’estate l’attesa, la partecipazione, l’entusiasmo per il Palio avevano raggiunto livelli impensabili. La Torre aveva confezionato 300 magliette, rimesso la porta all’Arco e coinvolto decine di famiglie nell’addobbo e nei preparativi. Da due anni, d’altra parte, si aggiudicava il premio per i migliori allestimenti da parte di una qualificata giuria. Sì, perché ogni rione iniziava a strutturarsi, dava al paese e chiedeva alla Pro loco. La competizione non era solo in pista, la sera del 14, ma anche nel rendere la contrada più bella, nel registrare l’incasso più alto al bar, nel divertimento della gente alle serate organizzate dai rioni. Purtroppo, di pari passo con questi aspetti positivi, ormai da qualche anno, si era diffusa, intorno al Palio, anche la pratica illegale delle scommesse, delle quote. Il banco veniva “rizzato” alla vigilia di Ferragosto, una volta conosciuti i nomi dei fantini e assegnati i somari. In ballo, quell’anno, c’erano tanti soldi. Si parla di milioni di lire puntati sulla Torre…Di più non posso e non voglio dire.
Dino palla- Collaboratore attivo senior
-
Numero di messaggi : 862
Età : 54
Località : grosseto
Barra di rispetto :
Data d'iscrizione : 08.08.08
Re: 14 AGOSTO 1988 - NON ASSEGNATO PER DISORDINI
la domanda che più soventemente ci ponevamo nelle settimane successive era: perchè alcuni personaggi, rocchigiani ma di fatto da anni esttranei o marginali al palio, avevano così pesantemente animato la protesta della torre? perchè una mossa discutibile (ma non + non - di tutti gli anni) aveva portato ad una reazione simile?
Dino, mi hai aperto gli occhi su una realtà che nemmeno immaginavo.
Dino, mi hai aperto gli occhi su una realtà che nemmeno immaginavo.
Rocco- Collaboratore attivo senior
-
Numero di messaggi : 499
Età : 58
Località : rocca
Barra di rispetto :
Data d'iscrizione : 23.06.08
Argomenti simili
» 14 agosto 1982
» 14 agosto 1984
» 14 AGOSTO 1986 - TRAMONTO
» 15 AGOSTO 1980 - TORRE
» 14 AGOSTO 2005 - CORSO
» 14 agosto 1984
» 14 AGOSTO 1986 - TRAMONTO
» 15 AGOSTO 1980 - TORRE
» 14 AGOSTO 2005 - CORSO
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.